Non è sempre facile trovare il tempo per star dietro ai fornelli come si vorrebbe. Certe volte è anche complicato trovare la voglia di starci dietro, oltre il tempo. Queste lacune comunque non dovrebbero inficiare la buona riuscita di un pasto, seppur veloce. Fermo restando che può capitare anche di svuotare alla rinfusa barattoli e riempirci panini; ma ciò non verrà documentato per farci una ricetta. Un minimo di dignità, che diamine…

L’occasione è propizia per sperimentare il cous cous palestinese del commercio equo e solidale, gentilmente donatomi dalla cognata per Natale assieme ad altre ghiottonerie.

Preparare il Cous Cous Palestinese

Riscaldate due tazze di acqua calda sul fornello, salate e tuffateci dentro un mezzo dado vegetale.

Schiacciate ed affettate molto finemente mezzo spicchio d’aglio privato dell’anima centrale.

Versate l’aglio in una padella antiaderente, assieme a dell’olio di oliva. Dopo 3-4 minuti versate il cous cous, mescolate e lasciate andare per qualche minuto; unite il brodo vegetale bollente e levate dal fuoco.

Affettate in cubetti molto piccoli la carota pulita e rosolatela in una padella con dell’olio di oliva fino a che non saranno abbastanza teneri.

Unite i fagioli cannellini sgocciolati. Salate e ripassate per qualche minuto, girando.

Unite una generosa dose di paprika forte e qualcosa di meno di peperoncino macinato e pepe nero.

Mescolate, quindi unite il cors cous ormai idratato ed eventualmente sgocciolato. Lasciate andare ancora qualche minuto a fuoco medio, girando spesso.

Terminate con un filo d’olio a crudo e servite caldo.

Buono il cous cous palestinese del commercio equo; ha superato la prova Vegan Riot. A metà strada tra la grandezza del moghrabiè o della fregula sarda e la grana fine del cous cous a cui siamo abituati, si sposa bene con la tenerezza dei legumi.